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A Palazzo Trentini il Trentingrana di alpeggio 2021

E’ stata la prestigiosa cornice di Palazzo Trentini a ospitare la presentazione dell’annata 2021 del Trentingrana di alpeggio Presidio Slow Food.

Un’eccellenza del territorio trentino, un formaggio che regala sensazioni gusto olfattive complesse e nettamente diverse rispetto a quello dei prodotti di valle, anche grazie alla lunga stagionatura.

Ma non è solo l’aspetto organolettico a caratterizzare questo prodotto caseario del territorio. Porta con sé, infatti, le riflessioni relative alla governance del territorio di montagna, dei pascoli e dei prati stabili, alla gestione delle malghe e delle tecniche di lavorazione.

Proprio per questo l’iniziativa ospitata ieri a Palazzo Trentini si è aperta con una tavola rotonda che ha visto confrontarsi su questi temi alcuni dei principali stakeholder del settore. Ad aprire i lavori l'intervento di Tommaso Martini, presidente Slow Food Trentino Alto Adige.

Coordinati da Giampaolo Gaiarin, responsabile dei Presìdi Slow Food caseari, sono intervenuti i presidenti dei Caseifici sociali coinvolti (Sabbionara, Cercen, Presanella, Primiero), Giacomo Broch, presidente Federazione Provinciale Allevatori, Marta Villa, antropologa del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento. Sono intervenuti, inoltre il vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento, Mario Tonina, e il presidente del Consiglio Provinciale, Walter Kaswalder.

A seguire è stato possibile degustare i quattro Trentingrana di alpeggio attualmente aderenti al Presidio Slow Food accompagnati dai vini dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo.

La serata è stata organizzata in collaborazione con Trentingrana Concast, con il patrocinio della Presidenza della Provincia Autonoma di Trento e ha visto la collaborazione del Touring Club Italiano. I volontari di quest’ultima associazione hanno fornito informazioni storico artistiche sul palazzo e su Salone Aurora che ha ospitato l’incontro.

Il Trentingrana di alpeggio fa parte dei sedici Presidi Slow Food attualmente presenti in Trentino. La sua storia ha origine quando le prime forme di grana sono state prodotte in provincia da Michele Marchesi nel Caseificio Sociale di Rumo, in Val di Non, nel 1925.

Originario del paese, Marchesi, si era trasferito per lavoro a Mirandola – nel mantovano – dove aveva appreso la tecnica di lavorazione. La ricetta si diffuse in fretta: nel 1934 nella Val di Non si contavano 12 caseifici dedicati al grana e quarant’anni dopo, nel 1987, nacquero la denominazione Trentingrana e il Consorzio che riunisce i caseifici di grana del Trentino.

Il Presidio Slow Food valorizza e tutela il miglior risultato di questa tradizione, frutto del lavoro estivo nelle malghe. Con l’ingresso dei nuovi caseifici si prevede un aumento delle forme di Trentingrana di malga che, complessivamente, sono comunque una percentuale molto ridotta sul totale prodotto.

I Presìdi Slow Food sono comunità di produttori testimoni della cultura enogastronomica e   delle buone  pratiche agricole che rischiano di scomparire travolte dall’abbandono delle montagne, dai cambiamenti climatici, dal mancato ricambio generazionale e, più in generale, dalla centralità di un modello economico che le considera non più convenienti.

I produttori dei Presìdi si impegnano a tramandare tecniche, mestieri e sapori, si prendono cura dell’ambiente e del paesaggio e così facendo valorizzano territori e culture. 

Tra i Presìdi trentini ha un ruolo centrale la filiera del latte e dei formaggi, rigorosamente a latte crudo e senza fermenti industriali come il Casolet della Val di Sole, Rabbi e Pejo; il Puzzone di Moena di malga, il Trentingrana, il Vezzena e il Lagorai d’alpeggio, i prodotti di razze autoctone come la Rendena e la Grigio Alpina e il Botìro del Primiero e il Trentingrana di alpeggio.

Fonte: Trentingrana-Concast

Autore: Redazione