21 novembre 2018
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Dove sono finiti i sogni di Basaglia?

Una mostra fotografica promossa dalla cooperativa sociale Gruppo '78 che presenta 40 scatti 40 anni dopo la chiusura dei manicomi. Obiettivo? Sensibilizzare scuole e cittadinanza sul tema della Salute Mentale.

Una mostra fotografica promossa dalla cooperativa sociale Gruppo '78 che presenta 40 scatti 40 anni dopo la chiusura dei manicomi. Obiettivo? Sensibilizzare scuole e cittadinanza sul tema della Salute Mentale.

La cooperativa sociale Gruppo 78 ha deciso di portare a Rovereto una interessante mostra fotografica dal titolo 'Dove sono finiti i sogni di Basaglia?' realizzata per la ricorrenza dei 40 anni dalla legge che ha chiuso i manicomi. La cooperativa, infatti, è nata proprio in quell'anno, muovendo i primi passi con questa legge e occupandosi di disagio sociale e di salute mentale.

La mostra è frutto di un progetto curato dal fotografo Alessio Coser e dal giornalista Jacopo Tomasi, realizzato con l’obiettivo di capire se l’eredità della rivoluzione avvenuta alla fine degli anni Settanta da Franco Basaglia sia stata raccolta e sviluppata. Gli scatti esposti in mostra raccontano sei città italiane (Trento, Trieste, Gorizia, Palermo, Roma e Cagliari), visitate tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, raccogliendo storie, visitando luoghi, parlando con psichiatri, utenti, infermieri, educatori, volontari, familiari.

«Abbiamo incontrato realtà molto diverse tra loro», spiegano Coser e Tomasi. «Luoghi in cui la solitudine e la sofferenza sono ancora molto presenti, altri in cui si percepiscono la voglia di cambiare, di affrontare la malattia mentale con spirito di partecipazione. Un’Italia che, nell’ambito della salute mentale, viaggia a tante velocità diverse».

Le persone che soffrono di disturbi psichiatrici, in Italia, sono quasi un milione. Numeri in aumento non solo nel nostro Paese, ma anche a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità questi disturbi sono destinati a superare per incidenza le malattie cardiovascolari, attualmente al primo posto. Purtroppo questo argomento è poco affrontato.

Per questo l’obiettivo del progetto è anche, e soprattutto, la sensibilizzazione. Una mostra rivolta specificatamente agli studenti delle scuole superiori, ma aperta a tutta la cittadinanza, con visite guidate curate dagli autori. Un’occasione di conoscenza e quindi di comprensione ed acquisizione di consapevolezza su un argomento che rappresenta ancora troppo spesso un tabù; per contrastare stigma e pregiudizio.

Autore: Redazione