17 maggio 2025
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Contrattazione Famiglie Cooperative, la risposta della Federazione alle affermazioni di UILTUCS-UIL e FILCAMS-CGIL

La Federazione Trentina della Cooperazione risponde agli articoli apparsi sui media il 14.05.2025 relativamente alla contrattazione delle Famiglie Cooperative.

In ordine alle affermazioni delle Organizzazioni Sindacali UILTUCS/UIL e FILCAMS/CGIL del Trentino, ci preme sia correggere le asserzioni generiche, non corrispondenti alla realtà, e solo atte a generare confusione nei lettori e in chi non conosce nel merito le questioni affrontate, sia fugare accuse che vengono strumentalmente mosse alla Federazione nel suo ruolo di rappresentanza sindacale.

Andiamo per punti:

  1. Le citate Organizzazioni sindacali affermano di non aver voluto firmare un contratto (integrativo provinciale) che fin dall’inizio consideravano ingiusto. Ciò alla luce degli “effetti concreti sulle condizioni salariali”, definite “cronicamente basse, ben documentate dal recente studio della CGIA di Mestre, che registra come il 70% dei lavoratori del settore -si presume con riferimento a tutto il territorio nazionale nella Grande distribuzione organizzata- guadagni meno di 1.350 euro al mese netti”.

    A tale riguardo, sottolineiamo come la stipulazione del nuovo contratto integrativo provinciale per le lavoratrici e i lavoratori delle Famiglie cooperative, che è stato negoziato fino all’ultimo momento con tutte e tre le organizzazioni firmatarie del contratto nazionale della distribuzione cooperativa, consente, da un lato, di riconoscere garanzie normative migliorative rispetto a quelle già buone del CCNL, con l’accentuazione degli strumenti di informazione e partecipativi nei confronti dei dipendenti e delle loro rappresentanze sindacali; dall’altro, permette di riconoscere una retribuzione aggiuntiva a livello provinciale pari circa al 10% in più rispetto alla retribuzione derivante dal contratto nazionale.

  1. Solo una parte di queste risorse economiche aggiuntive sarà subordinata, in un’ottica di sostenibilità, alla chiusura di un bilancio in utile da parte della cooperativa. La Federazione ha mediato molto con tutte le Organizzazioni sindacali provinciali per giungere ad un equilibrio tra le istanze della delegazione datoriale (chiare fin da principio nel vincolare la distribuzione di una parte delle risorse retributive messe in campo alla presenza di un positivo andamento aziendale) e le posizioni delle organizzazioni sindacali. Quelle tra queste che si sono sottratte alla firma dell’accordo e che ora tentano di confondere le acque, lo hanno fatto per ragioni di certo rispettabili, ma del tutto ideologiche, che non avrebbero consentito il raggiungimento dell’equilibrio dei vari fattori in gioco.

    A regime, cioè non prima del 2026, la quota di retribuzione legata agli utili varrà per un 39% del totale delle risorse retributive derivanti dall’integrativo, ma tale componente variabile, nel frattempo, sarà compensata perfettamente dagli aumenti di stipendio previsti dal rinnovo del CCNL, motivo per cui il reddito derivante oggi dal lavoro del dipendente, non calerà nemmeno nelle cooperative che dovessero trovarsi in difficoltà col bilancio. Questa è stata una mediazione responsabile. Nei predetti casi, di difficoltà di bilancio di una cooperativa, è poi previsto che si apra una procedura di confronto sindacale volta a rendere trasparenti le strategie della cooperativa - e del sistema nel suo complesso - mediante l’individuazione di azioni volte al miglioramento delle prospettive economiche future. 

  1. Quanto detto sopra, in ogni caso, non impedisce che i lavoratori inquadrati come commessi 4° livello (qualifica che rappresenta il 56% dei dipendenti totali) in tutte le Famiglie Cooperative trentine percepiscano a maggio 2025 una retribuzione media, calcolando per un tempo pieno componenti fisse, indennitarie e benefit, che supera di poco i 000,00 euro lordi mensili per 14 mensilità, pari a circa 1.670,00 euro netti mensili, valori decisamente superiori a quelli richiamati dal comunicato sindacale della UILTUCS UIL e della FILCAMS CGIL e riferiti a una statistica su scala nazionale.

  1. Peraltro, le cooperative che realizzano buoni risultati percepiscono in più anche tutte le quote variabili della retribuzione, sia quelle che saranno ancorate alla presenza di un utile qualificato, sia quelle già in essere nei precedenti contratti integrativi e collegate all’andamento del Margine operativo netto, cioè alla gestione caratteristica dell’Azienda. Sottolineiamo come anche qui vi sia da parte di Uiltucs e Filcams un’affermazione (“Persino nelle 42 cooperative con bilanci attivi non è stata redistribuita alcuna quota”), generica e non veritiera.

    Le argomentazioni suesposte evidenziano la strumentalità e l’inconsistenza di un’affermazione come quella che abbiamo letto(“Chi ogni giorno tiene in piedi i punti vendita, i magazzini, le casse, i reparti freschi è stato lasciato senza certezze, senza tutele, senza riconoscimento”).
    Le soluzioni individuate dalla Cooperazione sono socialmente responsabili e non certo esito di un’ideologia da “capitalismo improvvisato in salsa mutualistica”, accuse che respingiamo in toto per la loro radicale e dimostrata falsità. Vero è invece che la Cooperazione si è impegnata, in un percorso che certo è stato lungo e difficile (un negoziato durato anni), a fare il massimo possibile non solo per mantenere le conquiste anche normative acquisite nella contrattazione integrativa, ma finanche per migliorarle in vari aspetti, quali ad esempio: la tutela della malattia, il riconoscimento trasparente degli orari di lavoro effettivi e dei sistemi di banca-ore, maggiori incentivi al lavoro nelle domeniche e festivitàmiglioramento degli istituti della conciliazione vita-lavoro come il part time e i permessi (va detto che nelle nostre realtà cooperative non esiste il fenomeno, rilevante in altre parti del territorio nazionale, del c.d. part time involontario), il welfare aziendale con l’incremento dei fringe benefit e delle risorse per la sanità e la previdenza integrative.

Ribadiamo infine che fino all’ultimo minuto dell’ultimo incontro convocato per il rinnovo del contratto integrativo, la Federazione ha cercato la sottoscrizione di tutte e tre le organizzazioni sindacali di categoria. Onore al merito alla FISASCAT CISL, che, pur conducendo anch’essa una trattativa dura e senza sconti, si è alla fine assunta la responsabilità di riconoscere, con la sottoscrizione del contratto, l’equità e la positività complessiva dell’accordo per i lavoratori del settore.

Autore: redazione
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