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Val di Sole: lo sviluppo parte dal territorio

La serata di apertura del progetto “Historia Magistra Vitae”, ieri a Malè, ha permesso di individuare le peculiarità del territorio da cui partire per garantire uno sviluppo sostenibile a misura di ambiente e comunità. “Mondo agricolo e cooperazione rappresentano un binomio vincente, che può garantire il futuro di questo territorio, lavorando in sinergia con l’altra vocazione della valle, il turismo” ha affermato l’antropologo Annibale Salsa, stimolando numerosi interventi del pubblico.

Alpicoltura, cooperazione, cultura e turismo sono i quattro elementi costituitivi l’identità della Val di Sole. Ed è su di essi che bisogna puntare per garantire uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la comunità che lo vive. Per riuscirci è necessario partire dalla storia, maestra in grado di mostrarci chiaramente le pratiche che possono dare prosperità e armonia a questo territorio. Parola di Annibale Salsa, antropologo, profondo conoscitore dei territori alpini, che ieri sera ha aperto la prima serata di “Historia Magistra Vitae”, il progetto promosso dalla Federazione Trentina della Cooperazione per promuovere uno sviluppo che parta dalla vocazione di ogni territorio. In Val di Sole, il progetto è stato voluto dal Caseificio di Cercen di Terzolas, dal Caseificio Presanella di Mezzana e dal Caseificio Turnario Pejo, e avviato grazie alla collaborazione di Cassa Rurale Val di Sole, Apt Val di Sole e Centro Studi per la Val di Sole.

L’incontro di ieri sera, ospitato al Cinema Teatro di Malè, è stato occasione per definire il punto di partenza per costruire un futuro pienamente sostenibile per la valle. E l’insegnamento offerto dal professor Salsa ha dimostrato che uno sviluppo che possa garantire una crescita sul lungo periodo deve affondare le proprie radici nel passato del territorio, rispettando le sue vere vocazioni.

“L’alpicoltura – ha spiegato il docente – è la vocazione identitaria di questa valle, e la cooperazione rappresenta lo strumento per creare sviluppo. Il turismo, settore fondamentale per l’economia locale, si può rafforzare grazie alla collaborazione con il mondo agricolo. Ma è necessario pensare a un nuovo modello che vada in una direzione più esperenziale. In questo contesto, il fattore culturale è il vero valore aggiunto, trasversale a tutte le attività”.

Per costruire un nuovo modello di sviluppo, ancor più che crescita, è quindi necessaria la collaborazione di tutte le realtà che operano e vivono sulla valle. “Oggi più che mai – ha detto il presidente della Federazione Roberto Simoni, in apertura di serata – abbiamo bisogno di relazioni, per costruire il domani dei nostri territori. Dobbiamo collaborare, unire le nostre forze per un obiettivo comune. E sono orgoglioso di dire che qui, stasera, si respira cooperazione”. Presente anche Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione Trentina della Cooperazione.

“Il nostro compito è trasmettere il valore della cooperazione, dello stare e del lavorare insieme. È questo che, negli anni, ha permesso alle nostre montagne di rimanere territori vivi” ha commentato Stefano Albasini, presidente Caseificio di Cercen e presidente di Trentingrana Concast, aprendo la serie di numerosi interventi che hanno animato la serata. Diego Fezzi, presidente Caseificio Presanella, ha posto l’accento sulle difficoltà che deve affrontare il settore agricolo, a cominciare dalla troppa burocrazia e dall’eccesso legislativo.

Secondo Claudio Valorz, presidente Cassa Rurale Val di Sole, “il modello attuale è in discussione e va ripensato, ma la priorità deve rimanere il lavorare insieme per il bene comune. Abbiamo la necessità – ha aggiunto – di mantenere sul territorio le risorse che generiamo”.

Luciano Rizzi, presidente Apt Val di Sole, ha invece sottolineato l’importanza della collaborazione con l’ente pubblico, mentre Romano Stanchina, componente del direttivo del Centro Studi per la Val di Sole, ha richiamato l’importanza della cultura, come fattore in grado di generare valore per tutto il territorio. Una cultura che nasce dalle tradizioni locali, in cui le diversità rappresentano la vera ricchezza, come ha evidenziato la sindaca di Malè Barbara Cunaccia, intervenuta ringraziando le tante realtà che, ognuna in un settore diverso, collaborano per la crescita della valle.

Cogliendo l’esortazione di Salsa a superare un modello di società “dei flussi, dei non luoghi, dove identità, relazione e storia non contano”, Giovanni Battaiola, presidente di Trentino Marketing, ha anticipato l’intenzione di “tornare a un turismo dei luoghi, allargando la nostra offerta. E questo si può fare – ha detto – solo collaborando con chi, come gli allevatori, vivono e mantengono la montagna”.

Il ruolo degli alpicoltori come costruttori e manutentori dell’ambiente montano, introdotto da Salsa, è stato ripreso in numerosi interventi, tra cui quello di Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, che ha posto l’accento sulla gestione del territorio. “Bisogna agevolare – ha concluso – il lavoro di chi, con la propria attività, contribuisce alla manutenzione e alla cura del paesaggio”.

Autore: Redazione