16 marzo 2023
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Le opere di Enrico de Concini in mostra in Cassa Rurale

A Cles, nella sede della Cassa Rurale Val di Non – Rotaliana e Giovo un omaggio all’artista noneso.

La Cassa Rurale Val di Non Rotaliana e Giovo è lieta di annunciare l’allestimento di una nuova mostra, intitolata "Enrico de Concini - La pittura dello spirito". A poco più di 50 anni dalla scomparsa dell’artista, la Cassa Rurale è onorata di dedicargli questa esposizione che, grazie alla collaborazione con la famiglia de Concini, raccoglierà negli spazi espositivi del Centro Direzionale di Cles molte opere provenienti da collezioni pubbliche e private, rendendole quindi fruibili ad un vasto pubblico. Tra queste spicca la meravigliosa tela “Il Lago di Tovel” che impreziosisce da anni la Sala Consiglio della Cassa Rurale.

La mostra sarà aperta al pubblico gratuitamente dal 21 marzo 2023 al 20 settembre 2023, dalle 8:00 alle13:00.

L'inaugurazione si terrà il 21 marzo alle 18:00 e tutti sono invitati a partecipare.

Questo evento rappresenta un'occasione unica per ammirare le opere di uno dei più importanti artisti del territorio, che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della pittura paesaggistica locale. Enrico de Concini è considerato uno dei massimi esponenti locali della pittura di paesaggio della metà del Novecento, ed è legato alla storia e all'eccellenza creativa della valle.

L’esposizione è curata dallo storico dell’arte Marcello Nebl.

Estratto dai testi critici in catalogo (a cura di Marcello Nebl)

Enrico de Concini è stato uno dei più importanti pittori che ha operato nella Val di Non nei decenni centrali del ventesimo secolo. Il suo stile unico e la sua visione artistica hanno fatto di lui un punto di riferimento per molti appassionati d'arte locali e un artista molto amato dai concittadini di Tuenno. La Cassa Rurale Val di Non - Rotaliana e Giovo ha scelto di omaggiarlo con una mostra in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte, proseguendo così la propria attività di valorizzazione degli artisti trentini, iniziata ormai alcuni anni fa. La mostra, intitolata "Enrico de Concini: la pittura dello spirito", presenta oltre venti opere ad olio di medie e grandi dimensioni. Rappresenta un'occasione unica per conoscere meglio l'arte di un autodidatta che ha scelto la pittura come principale mezzo espressivo e strumento per trovare un momento di intimità con la natura e il proprio animo.

Tra le opere esposte spicca l'evocativo Autoritratto del 1938, uno dei primi esperimenti pittorici in cui emerge l'elevata competenza dell'artista nell'uso del colore e nella rappresentazione dei soggetti, nonché la sua abilità nell'indagare gli aspetti psicologici ed esaltare l'energia vitale dei personaggi rappresentati.

Tre opere datate 1945 (Vecchia lampada, Volpe rossa, Natura morta) esplorano invece il genere della natura morta; mentre di quegli anni sono altri lavori di forte valenza poetica, come ad esempio La stalla, dove i temi segantiniani sono trattati in maniera verista.

Diversamente, Pagliacci del 1968 rappresenta un'eccezione nella produzione dell'artista, sia per il soggetto trattato che per lo stile pittorico adottato. Quest'opera trae ispirazione dalla relazione con Ennio Lovatti, pittore triestino, e dalle sue narrazioni riguardanti la vita degli ultimi e dei marginati.

La pittura en plen air davanti alle bellezze naturali delle montagne e dei paesaggi tanto amati, come il lago di Tovel, è però il vero leitmotiv della produzione artistica di de Concini. Ne sono un perfetto esempio le opere esposte Malga Tuena, Vecchia baita a Tovel, e soprattutto i due omonimi Lago di Tovel (e molte altre). Proprio con il lago l’artista noneso aveva un legame intimo e quasi religioso. Intitolare la mostra “La pittura dello spirito” è sembrato quindi il modo più sincero per omaggiarne l’arte. Nel 1992 il professor Luigi Parrinello descrisse con parole evocative le emozioni che il lago provocava nel de Concini riuscendo così a catturare l'essenza del suo lavoro: “gli stupendi paesaggi di Tovel venivano percepiti dal pittore come luoghi incantati, quasi di sogno, luoghi che continuavano a suscitare nel suo animo intense emozioni da cui muoveva pressante il bisogno di trasferire su tela la suggestione della intuizione e della percezione per timore, quasi, che l’interporsi del tempo ne potesse alterare le componenti o cancellare il ricordo”.

Cenni biografici

Enrico de Concini nasce il 30 ottobre 1909 a Tuenno, Val di Non. La sua vita non fu facile: già alla tenera età di sette anni rimase orfano di padre morto durante la Grande Guerra. Questo evento segnò profondamente la sua infanzia vissuta con la madre Colomba e sei fratelli.

Nonostante le difficoltà, negli anni Trenta, de Concini iniziò ad esplorare la pittura come autodidatta, raggiungendo presto risultati notevoli.

Negli anni Quaranta, durante il difficile periodo del dopoguerra, si dedicò soprattutto alla natura morta, come dimostrano le tre opere esposte datate 1945.

Il 1948 è un anno cruciale nella biografia dell'artista: con l'aiuto di alcuni amici, costruì l’albergo "Stella Alpina" che diventò presto un punto di riferimento per i commercianti della valle, i cittadini e i turisti. Nonostante l'attività alberghiera rallentasse la sua attività creativa, Enrico de Concini mantenne viva la passione per la pittura, riprendendola nei momenti di tempo libero.

Negli anni Cinquanta, raggiunta una certa stabilità lavorativa, de Concini tornò a dipingere con continuità e sviluppò un nuovo modo di lavorare, meno preciso ma altrettanto espressivo. Diede inoltre priorità alla pittura all'aperto rispetto all'attività in studio.

Durante gli anni Sessanta, iniziò a frequentare vari artisti grazie alle rassegne di pittura estemporanea organizzate nella valle, tra cui Nicolino Romeo, Severino Menapace e Piero Camozzi, con cui instaurò un particolare rapporto di amicizia.

Negli ultimi anni della sua vita (morì nel 1972) Enrico de Concini dipinse con continuità, concentrandosi soprattutto sulla rappresentazione della natura e dei luoghi a lui tanto cari, come il Lago di Tovel. La sua arte, espressione della bellezza del territorio trentino e della sua passione per la pittura all'aria aperta, è difatti la protagonista assoluta della mostra.

Fonte: Cassa Rurale Val di Non Rotaliana e Giovo

Autore: Redazione