08 novembre 2018
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Il contrasto alla ludopatia passa anche dalla Cassa Rurale

Pomeriggio formativo dedicato alla dipendenza dal gioco d’azzardo. E’ stato organizzato grazie all'interessamento del Comune di Lavis – Assessorato alle politiche sociali. Obiettivo: informare, formare e sensibilizzare il personale addetto allo sportello (e non solo) della Cassa Rurale Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra.

Pomeriggio formativo dedicato alla dipendenza dal gioco d’azzardo. E’ stato organizzato grazie all'interessamento del Comune di Lavis – Assessorato alle politiche sociali. Obiettivo: informare, formare e sensibilizzare il personale addetto allo sportello (e non solo) della Cassa Rurale Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra.

Cos'è il gioco d'azzardo patologico, come si riconosce, quali sono le cause e quali le conseguenze, come approcciare la persona, il contesto familiare.

Interrogativi che hanno caratterizzato l’incontro organizzato grazie all'interessamento del Comune di Lavis – Assessorato alle Politiche sociali (guidato dall’assessora Isabella Caracristi a destra nella foto assieme ai relatori), alla disponibilità dell'Associazione Ama – Auto Mutuo Aiuto di Trento e dell'Azienda Sanitaria–Servizio Serd.

Un incontro con più obiettivi: informare, formare e sensibilizzare il personale addetto allo sportello (e non solo) della Cassa Rurale Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra.

Formatori/relatori sono stati due psicologi: Matteo Kettmaier e Giulia Tomasi. Il “gioco d’azzardo patologico - è stato evidenziato in apertura – è un comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco che compromette le attività personali, familiari o lavorative”.

Dati

I numeri contribuiscono a riflettere su un fenomeno destinato a diventare “piaga sociale”. Secondo i dati del 2016 nella provincia di Trento sono stati giocati 658 milioni di euro pari a 1380 euro a persona e 2811 euro a famiglia. In Italia 790 mila persone soffrono di dipendenza da gioco d’azzardo. Un milione 750 mila sono considerati “a rischio”. Ancora più preoccupante è la percentuale (dal 4 all’8%) riferita agli adolescenti che “ha problemi di gioco” e all’8% dei bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni che “gioca on line”.

E’ opportuno un distinguo. Non tutte le persone che giocano d’azzardo sono affette da questa “cattiva abitudine”. In chi ne soffre e non riesce a farne a meno si riscontrano, però, alcuni “tratti ricorrenti”. Alcuni segnali indicano che, il gioco, è un problema. Segnali compresi in tre aree.

La prima appartiene al denaro. I comportamenti sono molteplici: i soldi spariscono da casa o dal conto bancario; la persona in casa è stranamente riservata o irritabile quando si parla di quattrini; nasconde l’estratto conto delle carte di credito e del conto corrente; chiede soldi in prestito ad amici, colleghi, banche, fino ad arrivare nei casi estremi agli usurai; bollette e affitto non vengono pagati; non vengono saldati i debiti e i creditori fanno sentire la loro voce; spariscono oggetti di valore e la persona è sempre a corto di denaro.

La seconda area interessa gli orari della quotidianità. Chi è affetto da gioco di azzardo patologico è spesso in ritardo e si assenta per lunghi periodi di tempo senza spiegazione.

Infine, la terza area, fissa la sua attenzione sui cambiamenti del vivere di ogni giorno. Questi alcuni tra i più frequenti: la persona smette o perde interesse su ciò che prima gli dava piacere; soffre di problemi del sonno; non fa quello che promette o inventa scuse; trascura la cura personale, il lavoro, la scuola, le sue responsabilità di genitore e di marito; con chi gli sta più vicino ha sbalzi d’umore (scatti di rabbia, crisi di pianto, comportamento aggressivo/passivo); mente sul gioco e ha conflitti interpersonali a causa del denaro.

La famiglia

E’ obbligata a convivere con il problema. Alcune azioni da mettere in campo possono contribuire a migliorare la situazione. Ad esempio: proteggere i soldi di famiglia, identificare le situazioni che possono far ricadere nel gioco la persona, provare a migliorare la comunicazione in famiglia.

La banca

Un’altra buona azione vede protagonisti gli operatori della propria banca. “Riordinare la condizione finanziaria con l’aiuto dell’istituto di credito che ha la possibilità di verificare ripetuti prelievi di denaro presso case da gioco – è stato spiegato - Aiutando il cliente con una stampa del bilancio familiare mensile, visto che normalmente hanno la possibilità di riprodurlo. L’istituto di credito può, una volta accertati i ripetuti movimenti incriminati, indicare al cliente i vari gruppi Ama – Auto Mutuo Aiuto presenti sul territorio o indirizzare all’Associazione amministratori di sostegno persone in palese difficoltà”. E’ stato ribadito che “l’operatore bancario, pur nella consapevolezza di avere di fronte un cliente affetto dal vizietto del gioco, deve utilizzare sempre il massimo rispetto possibile nei confronti della persona”.

Autore: Redazione