11 dicembre 2025
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Festival dell’Economia di Trento, scelto il tema della XXI edizione

“Dal mercato ai nuovi poteri. Le speranze dei giovani”
Novità per il Festival dell’Economia di Trento: dal 2026 diventano cinque le giornate della manifestazione che vede riuniti rappresentanti di primo livello del mondo economico, accademico, politico e della business community a livello nazionale e internazionale. Un’evoluzione naturale legata al grande successo di pubblico riscosso nelle ultime edizioni con 40.000 partecipanti e al ricco programma del palinsesto. Appuntamento quindi a Trento da mercoledì 20 maggio a domenica 24 maggio 2026.
Per la XXI edizione del Festival, organizzata per il quinto anno consecutivo dal Gruppo 24 ORE e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione del Comune e dell’Università di Trento, l’Advisory Board presieduto dal Direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini ha individuato il titolo “Dal mercato ai nuovi poteri. Le speranze dei giovani”.
Un titolo che mette a confronto da un lato il quadro poco confortante degli scenari internazionali e della geopolitica che vedono le leggi del mercato tramontare come punto di riferimento e l’affermarsi di nuovi poteri come le Big Tech e le autarchie e, dall’altro, le speranze dei giovani in quanto la risorsa su cui puntare per avere un futuro migliore. In questo contesto è, infatti, importante che l'Occidente recuperi il terreno che ha perso e che perderà e può farlo soltanto se le forze dei giovani vengono messe in primo piano.

Spiega il Presidente dell’Advisory Board e del Comitato Scientifico del Festival dell’Economia di Trento Fabio Tamburini, Direttore del Sole 24 Ore: “C’era un tempo in cui il mercato dettava legge. Gli economisti spiegavano che rappresentava la sintesi migliore non solo tra domanda e offerta, ma per l’intera architettura del mondo. I politici, o almeno buona parte di loro, ne teorizzavano l’efficacia. E i giornalisti, o almeno buona parte di loro, ne amplificavano gli effetti. Ancora una volta è andata diversamente. Il mercato, insieme alla globalizzazione, è clamorosamente tramontato lasciando spazio a nuovi poteri. In alcuni casi davvero nuovi, in altri frutto di grandi ritorni. Tra le novità c’è sicuramente la crescita impetuosa delle big tech, le multinazionali americane che hanno costruito imperi nelle tecnologie avanzate e che ora affrontano il banco di prova dell’intelligenza artificiale. La conferma si ha confrontando la classifica delle società a maggior capitalizzazione quotate a Wall Street. Società come Nvidia, Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon sono cresciute a velocità straordinarie, realizzando una concentrazione di ricchezza e potere senza precedenti. Di sicuro oggi le big tech rappresentano un centro di comando formidabile. Insieme condividono le chiavi che aprono le porte degli sviluppi dell’intelligenza artificiale, decisivi per il futuro delle imprese e della vita di tutti noi. Più influenti di molti Stati. Un fronte, quest’ultimo, in movimento, simbolizzato dall’immagine delle oscillazioni del pendolo che in modo ormai evidente si sta spostando da Occidente a Oriente. L’Occidente – continua Tamburini - deve fare i conti con l’irruenza del presidente Donald Trump, a partire dagli attacchi sempre più frequenti all’Europa, che a sua volta deve fare i conti con almeno tre punti di debolezza strutturali: la battuta di arresto dello sviluppo economico, l’andamento negativo degli indici demografici, la carenza di leadership adeguate. Sul fronte opposto autarchie come la Russia di Vladimir Putin e la presidenza di Xi Jinping in Cina sono la testimonianza di come la democrazia ha tante virtù ma anche il difetto di rendere ogni decisione complessa nei meccanismi di scelta e lenta nel passaggio dal dire al fare. I numeri parlano chiaro. Quasi il 60 per cento dell’umanità vive in Asia. Il continente più vasto del pianeta ospita quattro dei cinque Paesi più popolosi (India, Cina, Indonesia, Pakistan) e metà di quelli con oltre 100 milioni di abitanti. E l’Africa si avvia a tagliare il traguardo dei 2,5 miliardi di abitanti entro il 2050, con un’età mediana sotto i 20 anni. Il tutto nello scenario di una competizione internazionale sempre più polarizzata tra Stati Uniti e Cina, con la vecchia Europa che non riesce a trovare la strada. La caratteristica forse più inquietante è che è avviata verso un declino demografico continuo, solo in parte contrastato dall’immigrazione. Gli over 50 italiani, secondo dati Eurostat, saranno i primi in Europa ad effettuare il sorpasso sugli under 50, cosa che accadrà entro i prossimi cinque anni. Ecco perché occorre passare dalla consapevolezza dell’inverno demografico a politiche attive per contrastare la spirale negativa.” 

Conclude Tamburini spiegando la seconda parte del titolo: “La strada migliore è ridare ai giovani quella speranza di futuro che in molti hanno perso. L’obiettivo primario è farli tornare in Italia, contrastando l’emorragia che soltanto nel 2022-2023 ha portato 700 mila di loro, come ha documentato una ricerca del Cnel, a lasciare il Paese, quasi tre volte quelli che sono tornati. L’esigenza, anzi la necessità, è creare le condizioni affinché l’Italia e l’intera Europa diventino terra ospitale per le nuove generazioni, non Paesi per anziani. Lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti.”

Con il nuovo titolo il Festival dell’Economia di Trento prosegue nell’impegno rivolto ad analizzare le sfide dettate da uno scenario mondiale caratterizzato da elevata complessità e incertezza proponendo soluzioni e chiavi di lettura. Nel 2022, infatti, il tema “Dopo la pandemia, tra ordine e disordine” mirava ad approfondire i profondi effetti sociali, economici e politici della pandemia, mentre l’edizione 2023 intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo” si è impegnata a delineare l’impatto che le grandi trasformazioni tecnologiche e socio-economiche avranno sull’umanità. Nel 2024 con “Quo vadis? I dilemmi del nostro tempo” il Festival ha analizzato le grandi questioni che il nostro tempo ci pone, dall’acuirsi dei conflitti nel mondo al crescere di inflazione e debito pubblico, dal cambiamento climatico all’inverno demografico. Nel 2025, in occasione dei 20 anni del Festival, l’analisi è stata dedicata a “Rischi e scelte fatali. L’Europa al bivio”, ovvero ai grandi cambiamenti prodotti sullo scacchiere internazionale dall’esito delle elezioni negli Stati Uniti, a partire dagli equilibri geopolitici e macroeconomici globali e, in particolare, l’impatto sull’Europa.

Il titolo dell’edizione 2026 del Festival è stato scelto dall’Advisory Board del Festival dell’Economia di Trento composto da Elena Beccalli, Marco Fortis, Paolo Magri, Emma Marcegaglia, Giulio Sapelli, Giulio Tremonti e Fabio Tamburini (presidente).

Anche per l'edizione 2026 si conferma il Comitato scientifico composto dalla professoressa Ericka Costa, associata di Economia aziendale del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, dal professore Luigi Bonatti, ordinario di Politica economica all’Università di Trento, e dalla storica dell’economia Adriana Castagnoli, già docente di Storia contemporanea all’Università di Torino, impegnato sin d'ora nell'elaborazione del consueto ricco programma del Festival.

L’edizione 2025
La 20° edizione del Festival dell’Economia di Trento, che ha visto per la quarta volta il Gruppo 24 ORE insieme a Trentino Marketing nel ruolo di organizzatori per conto della Provincia Autonoma di Trento e con la collaborazione del Comune di Trento e dell’Università di Trento, ha confermato tutti i record: oltre 750 tra relatori e moderatori in 325 eventi tra Festival, “Fuori Festival” (novità 2022), “Economie dei Territori”, “Incontri con l’autore” e le dirette-evento di Radio 24, con 40.000 presenze in città e sold out in molte location affollate dalla comunità economica, accademica e scientifica, e dal pubblico delle famiglie, giovani e studenti. Il Festival dell’Economia di Trento ha ottenuto la certificazione del sistema di gestione sostenibile ISO 20121.

Autore: Ufficio Stampa Pat