18 marzo 2019
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Cooperatori trentini dal Papa: "Siate imprenditori di carità"

All'udienza concessa dal Santo Padre a Confcooperative per i 100 anni di fondazione hanno partecipato anche 252 cooperatori scesi in pullman a Roma da Trento e dalle valli. Come quattro anni fa, in occasione del precedente incontro in Vaticano, Francesco ha avuto parole di elogio per il modello cooperativo.

"Il vantaggio più importante ed evidente della cooperazione è vincere la solitudine che trasforma la vita in un inferno. Quando l’uomo si sente solo, sperimenta l’inferno. Quando, invece, avverte di non essere abbandonato, allora gli è possibile affrontare ogni tipo di difficoltà e fatica".

All'udienza concessa dal Santo Padre a Confcooperative per i 100 anni di fondazione hanno partecipato anche 252 cooperatori scesi in pullman a Roma da Trento e dalle valli. Come quattro anni fa, in occasione del precedente incontro in Vaticano, Francesco ha avuto parole di elogio per il modello cooperativo."Il vantaggio più importante ed evidente della cooperazione è vincere la solitudine che trasforma la vita in un inferno. Quando l’uomo si sente solo, sperimenta l’inferno. Quando, invece, avverte di non essere abbandonato, allora gli è possibile affrontare ogni tipo di difficoltà e fatica".

Volti stupiti, mani che si tendono, applausi. E qualche lacrima. È l' “effetto Francesco” che ha contagiato anche i 252 cooperatori e cooperatrici che dal Trentino sono scesi a Roma per partecipare all'udienza con il Santo Padre in occasione dei 100 anni di Confcooperative. Nella folta delegazione di cooperatori trentini anche la presidente della Federazione Marina Mattarei, il direttore generale Alessandro Ceschi e alcuni componenti del consiglio di amministrazione di via Segantini.

Confcooperative, che associa su base nazionale 70 organizzazioni territoriali tra cui la Federazione, è la principale associazione di rappresentanza del movimento cooperativo italiano con 19 mila imprese aderenti, 528 mila persone occupate e un fatturato di 66 miliardi. I soci rappresentati sono oltre 3,3 milioni. All’incontro con papa Francesco, in Aula Paolo VI, hanno partecipato 7 mila cooperatori da tutta Italia.

Come sua consuetudine, prima di pronunciare il suo discorso, Francesco ha percorso per l’intera lunghezza la grande sala dell’udienza sorridendo ai cooperatori, stringendo mani, prestandosi per le foto e per i selfie.

Proseguire nell’impegno con ostinazione

“Opporre la relazione all’individualismo, la squadra all’interesse, il benessere di tutti agli interessi di pochi”; lavorare per diventare “imprenditori di carità”; cercare modi alternativi “per abitare una società che non sia governata dal dio denaro, un idolo che la illude e poi la lascia sempre più disumana e ingiusta”. Sono tanti i passaggi del discorso papale che hanno lasciato un segno nei cooperatori, esortati a proseguire nel loro impegno con “ostinazione e tenerezza”.

Prendendo spunto dal centenario di Confcooperative, il Santo Padre ha affermato: “È un forte segno di speranza quando la dottrina sociale della Chiesa non rimane una parola morta o un discorso astratto, ma diventa vita grazie a uomini e donne di buona volontà, che le danno carne e concretezza, trasformandola in gesti personali e sociali, concreti, visibili e utili. In questo senso, oggi, dire ‘grazie’ a voi per i vostri cent’anni d’impegno è anche indicare un esempio per gli uomini del nostro tempo, che hanno bisogno di scoprirsi non solo ‘prenditori’ di bene, ma ‘imprenditori’ di carità”.

“Il vostro modello cooperativo, proprio perché ispirato alla dottrina sociale della Chiesa - ha continuato il Santo Padre - corregge certe tendenze proprie del collettivismo e dello statalismo, che a volte sono letali nei confronti dell’iniziativa dei privati; e allo stesso tempo, frena le tentazioni dell’individualismo e dell’egoismo proprie del liberalismo”.

La vera ricchezza sono le relazioni

Interpretare la cooperativa in questo mondo vuol dire - ha sottolineato il Papa - andare “controcorrente rispetto alla mentalità del mondo”, ostinarsi a restare umani, scoprire che la vera ricchezza “sono le relazioni e non i meri beni materiali”, trovando così “modi alternativi per vivere e abitare in una società che non sia governata dal dio denaro, un idolo che la illude e poi la lascia sempre più disumana e ingiusta”.

“Non si può essere felici da soli”: ha rimarcato il Papa, che ha espresso apprezzamento per il lavoro delle cooperative nelle periferie esistenziali dove si annidano le vulnerabilità. Da qui l’invito a percorrere nuove strade per chi è ai margini, facendogli acquisire “abilità professionali e offrire percorsi di formazione permanente”.

La donna vede meglio

Un altro pensiero accorato - accolto con un lungo applauso, soprattutto da parte delle cooperatrici presenti all’udienza - è stato rivolto da Francesco alle donne che “portano il peso della povertà materiale, dell’esclusione sociale e dell’emarginazione culturale”. “Il tema della donna dovrebbe tornare a essere tra le priorità dei progetti futuri in ambito cooperativo. Non è un discorso ideologico. Si tratta invece di assumere il pensiero della donna come punto di vista privilegiato per imparare a rendere la cooperazione non solo strategica ma anche umana. La donna vede meglio che cos’è l’amore per il volto di ognuno. La donna sa meglio concretizzare ciò che noi uomini a volte trattiamo come massimi sistemi”.

Alla fine del discorso, la benedizione e l’incoraggiamento ai cooperatori di Confcooperative: “Vi incoraggio e vi dico che nutro molta speranza per quello che fate. Sono certo che è una speranza ben riposta”.

Il saluto del presidente Gardini

Prima della riflessione del Papa, il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha citato l’enciclica “Laudato sì”, che ricorda a tutti che il nostro pianeta ci ha preceduto e ci dovrà sopravvivere. L’enciclica ha segnato una svolta nella visione strategica e nei comportamenti dei cooperatori. Dal 2015 Confcooperative, ispirata ai principi dell’intergenerazionalità, ha iniziato a misurare la propria attività con il metro della sostenibilità, intesa non solo in chiave ambientale ma anche economica e sociale.

Gardini ha poi presentato alcune realtà cooperative, come “Un fiore per la vita”, che sfida la criminalità, nata sui terreni confiscati alla camorra nella Terra dei fuochi, e la cooperativa di quei lavoratori che hanno salvato la loro azienda dalla chiusura mettendosi insieme. Infine, è stata illustrata l’esperienza di “Civico 81” di Cremona che ha preso vita nell’ex seminario dei padri saveriani, oggi diventato luogo di lavoro per 150 cooperatori sociali. Al centro dell’intervento ci sono le fragilità, di cui si occupa un poliambulatorio, un centro prelievi e un mercatino di verdura e frutta biologica.

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Autore: Redazione
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