24 marzo 2020
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Cinquanta telefonate al Giorno a Pronto Pia, volontari a quota 600

A spiegare come funziona il Pronto Pia (che aderisce al servizio provinciale Resta a casa, passo io) al tempo del Coronavirus è Paola Luchi (cooperativa Kaleidoscopio), coordinatrice del centro servizi.

A spiegare come funziona il Pronto Pia (che aderisce al servizio provinciale Resta a casa, passo io) al tempo del Coronavirus è Paola Luchi (cooperativa Kaleidoscopio), coordinatrice del centro servizi.

Arrivano in media cinquanta telefonate al giorno al centro servizi “Contrada larga” in via Belenzani, che oggi è il motore di quella macchina della solidarietà che garantisce sostegno agli anziani soli e alle persone in difficoltà. Per lo più chi chiama ha bisogno di aiuto per fare la spesa, anche se talvolta la richiesta rivela situazioni di bisogno a cui si cerca comunque di dare risposta. A spiegare come funziona il Pronto Pia (che aderisce al servizio provinciale Resta a casa, passo io) al tempo del Coronavirus è Paola Luchi (cooperativa Kaleidoscopio), coordinatrice del centro servizi. “Nel 90 per cento dei casi ci chiedono aiuto per la spesa a domicilio – racconta Luchi – Qualcuno chiama per le medicine e noi giriamo la richiesta sulla rete delle farmacie comunali”. La risposta è diversa caso per caso: “A volte attiviamo la rete dei familiari, altre volte chiamiamo i supermercati che garantiscono una corsia preferenziale per le consegne agli anziani, altre volte ancora chiamiamo i volontari. Ne abbiamo a disposizione tantissimi: sono quasi 600, in questi ultimi giorni tra singoli e gruppi ne sono arrivati un centinaio in più. Cerchiamo di assegnare a ogni anziano un volontario del quartiere, in modo che sia anche un vicino di casa su cui contare. E incoraggiamo a mantenere il contatto anche dopo la spesa con una telefonata giornaliera per far sentire la presenza e il sostegno”.

Sono giornate intense al Centro servizi, di dieci ore di lavoro e anche più. A volte, racconta ancora Paola Luchi, arrivano richieste che stringono il cuore: “Una signora di 95 anni ci ha chiamato perché le si era scaricata la batteria dell’apparecchio acustico. Ci ha detto che, se l’apparecchio non funziona, è costretta a stare a letto tutto il tempo. Naturalmente abbiamo mandato subito un volontario. Ieri poi ci ha chiamato un signore da Milano preoccupato perché la mamma di cento anni è rimasta sola dopo che si è ammalata la badante. Ci ha chiesto di chiamarla per rassicurarla e per garantirle che siamo pronti ad andare da lei in caso di bisogno. Per fortuna l’anziana è arzilla e sta bene”.

La consegna della spesa avviene secondo procedure codificate, a tutela soprattutto degli anziani: “Il volontario raggiunge la persona da aiutare, che lascia i soldi della spesa fuori dalla porta. Poi consegna tutto senza che ci sia contatto con l’anziano. Per chi è in quarantena attiviamo la rete dei Nuvola, che sono formati per questa evenienza. Capita anche che qualcuno recluso in casa da giorni abbia finito il contante: anche in questo caso attiviamo i Nuvola, che fanno la spesa e consegnano un bollettino che può essere pagato entro 60 giorni”.

Ammirevole, riferisce Paola Luchi, è la disponibilità dei volontari, sempre pronti ad attivarsi immediatamente. “Probabilmente alcuni non li chiameremo mai, ne abbiamo talmente tanti...”

La rete di Pronto Pia, potenziata per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, è sostenuta dai Servizi sociali e dallo Spazio Argento del Comune di Trento e risponde al numero 800.29.21.21.

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Trento

Autore: Redazione
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